La metropolitana di Salerno: un sogno inseguito da De Luca tra promesse, progetti e ritardi

La metropolitana di Salerno è da anni uno dei simboli più controversi della città: un’infrastruttura moderna e ambiziosa che avrebbe dovuto cambiare il volto della mobilità urbana, ma che ha vissuto un percorso lungo, tortuoso e costellato di interruzioni, rinvii e rilanci politici.

salerno e simbolo della metropolitana
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E tra i protagonisti di questa storia non si può non citare Vincenzo De Luca, sindaco per oltre vent’anni e oggi presidente della Regione Campania, che ha legato il proprio nome a doppio filo al destino di quella che lui stesso ha definito “la spina dorsale del trasporto salernitano”.

Un progetto nato per collegare la città

Il servizio ferroviario metropolitano di Salerno – impropriamente chiamato “metropolitana” – nacque con un obiettivo semplice ma strategico: collegare in modo rapido e frequente la stazione centrale con la zona orientale della città, fino allo stadio Arechi. Una linea breve, poco più di sette chilometri, ma pensata come base per un futuro prolungamento verso Pontecagnano e l’aeroporto “Costa d’Amalfi”. L’accordo di programma che ne sancì la nascita risale al 2008, firmato da Regione Campania, Comune di Salerno, Rete Ferroviaria Italiana e altri enti, in un clima di entusiasmo e aspettative.

L’apertura arrivò solo nel 2013, ma già l’anno successivo la linea venne sospesa per problemi di gestione e finanziamento. Fu allora che De Luca, ancora sindaco, ingaggiò la sua battaglia più mediatica: chiedere con forza al Governo e al ministro delle Infrastrutture di allora, Altero Matteoli, di “occuparsi della metro di Salerno” e di garantire risorse per mantenerla attiva. Dopo settimane di proteste e dichiarazioni accese, il servizio riprese, e De Luca celebrò la riapertura con toni trionfali, accusando chi l’aveva chiusa di “irresponsabilità e disinteresse verso la città”.

Le promesse di estensione e la visione di De Luca

Per De Luca, la metropolitana di Salerno non era solo un’infrastruttura: era una parte della sua visione politica e amministrativa. Nei suoi anni da sindaco, la linea divenne simbolo di una città che voleva modernizzarsi, dotarsi di servizi efficienti e uscire dall’ombra delle grandi realtà campane. Parlò spesso di “mobilità integrata”, di un futuro in cui la metro avrebbe unito il centro, l’università e l’aeroporto, trasformando Salerno in un nodo di collegamento strategico tra il Cilento, Napoli e la Costiera Amalfitana.

Negli anni, ha sostenuto l’estensione del tracciato verso l’aeroporto con finanziamenti regionali e statali, portando il progetto fino all’aggiudicazione dei lavori. Oggi, infatti, la prosecuzione della linea Arechi–Aeroporto, lunga circa nove chilometri, è stata affidata a un raggruppamento d’imprese per un valore di 170 milioni di euro. Un’opera che promette cinque nuove fermate e un collegamento diretto con l’aeroporto di Salerno–Costa d’Amalfi, ma che resta ancora in fase di realizzazione.

Un simbolo di ambizione e fragilità

La storia della metropolitana di Salerno è però anche la storia delle difficoltà italiane nel gestire opere pubbliche complesse. La linea, attiva ma ancora poco utilizzata, ha subito nel tempo chiusure, carenze di personale, orari ridotti e una comunicazione spesso confusa. De Luca, ora da presidente della Regione, continua a citarla come esempio di impegno per la mobilità sostenibile, ma la percezione dei cittadini resta ambivalente: da un lato la riconoscenza per un progetto che ha portato Salerno su un piano più moderno, dall’altro la frustrazione per un’infrastruttura che, dopo quasi vent’anni, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale.

Oggi e domani

A inizio 2025 sono partiti nuovi lavori di potenziamento, con modifiche temporanee alla circolazione e un rafforzamento dei bus sostitutivi. La Regione ha confermato l’intenzione di completare l’estensione fino all’aeroporto, mentre Rete Ferroviaria Italiana ha pianificato l’adeguamento tecnologico della linea. De Luca, dal canto suo, ha ribadito che “la metropolitana sarà il cuore del trasporto salernitano” e ha promesso di portarla fino all’Università di Fisciano, anche se al momento si tratta solo di una prospettiva a lungo termine.

La metro di Salerno, insomma, resta una grande opera in divenire: simbolo di una città che sogna di crescere, ma che continua a misurarsi con i limiti della burocrazia e del tempo. Se oggi si può dire che esiste, lo si deve anche all’ostinazione di De Luca, che l’ha difesa e rilanciata a più riprese. Ma la vera sfida sarà farla diventare ciò che doveva essere fin dall’inizio: un servizio efficiente, continuo e davvero utile ai cittadini.

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